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venerdì 1 ottobre 2010

Intervista a Edoardo Di Pisa

Chi è Edoardo Di Pisa?

Un ragazzo di 33 anni con la passione per tutto ciò che è immagine, creatività e ricerca; quindi con una grande passione per la fotografia, perché quest’arte racchiude tutte queste cose.

La parola fotografia ha origine da due parole greche: φως (phos) e γραφίς (graphis). Letteralmente quindi fotografia significa scrivere (grafia) con la luce (fotos). Nella mia vita amo cercare sempre l’immagine che so di voler catturare ma non so ancora bene dove, diciamo che mi piace essere in movimento.

Io ho la tendenza a scoprire anche generi per me nuovi, mi butto e sperimento.

L’ultimo genere fotografico al quale mi sono avvicinato e che sto apprezzando molto è la fotografia subaquea, completamente diversa da tutti gli altri generi fotografici perché devi fare i conti con un elemento che non ti appartiene, l’acqua.

Dal 2000, fotografo esclusivamente con reflex Canon, nel 2004 sono passato al digitale e attualmente sono fotografo professionista e membro del CPS (Canon Professional Service).

Nella mia quotidianità sono socio fondatore di un’agenzia di comunicazione a Torino e mi occupo anche di seguire i progetti fotografici dei nostri clienti (Advertising, Still Life e Glamour e Fashon).

Collaboro con riviste di settore come Oasis, Uccelli in Natura, Rivista della Natura, Report Mag dove pubblicano i miei reportage.

Oltre a questo mi dedico a Workin’Photo (www.workinphoto.it) un progetto che è nato con la collaborazione con Marco Donatiello, Claudia Panarello e Roberta Vitullo.

Mettendo insieme le nostre professionalità, ci impegnamo ad insegnare in workshop dedicati, l’arte della fotografia.


Le mie foto migliori le pubblico sul mio sito web: www.edoardodipisa.it

Edo, sei nato con la vocazione di fare il fotografo?

Diciamo che sono sempre stato affascinato dalle immagini, nel 1990 (all’età di 13 anni) ho iniziato a fotografare con una reflex a pellicola Mamiya/sekor 1000 DTL di mia madre, dalla quale ho preso la passione per le arti figurative. In principio fotografavo solo per documentare quello che vedevo, ma con il passare degli anni ho iniziato a capire che la fotografia poteva darmi di più.
Ho conseguito un diploma di specializzazione in fotografia all’Istituto Europeo del Design e con questo passo ho iniziato a dedicarmi anima e corpo alla fotografia. La mia grande passione è il Reportage di viaggio, giro molto e impiego le mie risorse per raggiungere paesi sperduti ed emozionanti. Dal 2004 mi reco due volte all’anno in Africa, continente che amo, per documentare situazioni e abitudini lontane dalle nostre. Amo anche la fotografia naturalistica e in Africa, riesco a dare sfogo alla mia creatività. Sono stato quattro volte in Kenya, tre volte in Tanzania (nord e sud), due volte in Marocco, in Malawi, Zambia, Sud Africa, Swaziland, Namibia, Senegal, Tunisia, Egitto e Nubia. Ma non solo in Africa, ho viaggiato in Russia, Lapponia norvegese, Spagna, Portogallo, Francia, Irlanda, Inghilterra, Turchia, Stati Uniti d’America, Messico, Cuba, Sri Lanka ... in tutti questi viaggi ho accumulato esperienze e materiale fotografico che ora fa parte del mio archivio.

Hai un genere fotografico preferito?

Io sono un fotografo anomalo, nel senso che oggi giorno, i fotografi tendono a specializzarsi in un genere. Io non ci riesco, perché essendo molto curioso e amando a 360° la fotografia, mi viene naturale sperimentare ed applicarmi in molti generi.

Se dovessi però scegliere diciamo che mi divido tra due generi:

uno più “wild”, che è quello della fotografia naturalistica, e con naturalistica intendo tutto, dal fotografare gli animali nel loro habitat, sia in superficie che sott’acqua, che paesaggistica; e uno più “cittadino”, quindi in studio con luci, flash e pannelli riflettenti, dove amo dedicarmi alla fotografia Fashon e Glamour.

Tu passi dal glamour al reportage passando per la fotografia naturalistica. Tra i tuoi lavori ce n’è qualcuno a cui ti senti particolarmente legato?

Faccio fatica a legarmi ad un lavoro.

Lo amo intensamente mentre lo eseguo, mi dedico al massimo, una volta terminato posso provare soddisfazione, quella si, soprattutto se mi viene bene.

Però tendo a non legarmi troppo e a dedicarmi subito ad un nuovo progetto.

Diciamo che non sono geloso dei miei scatti; il mio obbiettivo è riuscire a trasmettere ciò che provo scattando le mie fotografie, portando le persone che le guardano a rivivere le mie stesse emozioni.

Che consiglio daresti a chi vuole diventare fotografo professionista in Italia?

Per essere dei professionisti servono molte cose: la tecnica giusta, l’esperienza, l’attrezzatura e tanta pazienza perché non si smette mai di imparare… se dovessi riassumere tutto in una sola parola, sceglierei “umiltà”. Per quanto mi riguarda ho approfondito, letto, immaginato, sperimentato…e certo ancora molto anzi moltissimo devo e dovrò fare, studiare e sperimentare, per cercare di superarmi.

Questo per me è essere un professionista.

A cosa stai lavorando attualmente?

Attualmente sto preparando una serie di articoli di reportage di viaggio da proporre alle testate con cui collaboro; oltre a questo, sto preparando insieme a Marco, Roberta e Claudia i nuovi workshop da mettere sul nostro sito da proporre ai nostri allievi, presenti e futuri, vi aspettiamo numerosi ;-)